Gioiello etrusco forgiato nell’antichità e indenne al passare del tempo, Orvieto si presenta agli occhi del mondo con arte, cultura, tradizioni, storia, gastronomia e una spiritualità che le conferiscono un fascino personale riconosciuto e apprezzato in tutto il mondo. Ma è sotto all’Orvieto che si ammira normalmente che si nascondono gioielli segreti. Orvieto underground, da visitare per uno sguardo sul passato della città.
Orvieto underground: la città esterna
La città ha saputo mantenere tutto il suo antico splendore e la sua forza originaria, mantenendo inalterato l’assetto tipicamente medioevale e trasformandosi oggi in uno splendido esempio di connubio estetico e abitativo molto armonico, in perfetto equilibrio tra passato e presente.
I suoi palazzi, le sue chiese, lo splendido Duomo, le piazzette e le vie ciottolate, ospitano gli abitanti e i turisti in un magico ed affascinante centro storico tutto da vivere. Non è un caso trovarsi di fronte a negozi e botteghe artigiane per la lavorazione della ceramica, del cuoio, del legno e di tradizione orafa. Come un antico passato che si tramanda.
E non mancano di certo le apprezzate botteghe che offrono eccellenze enogastronomiche del territorio passando dall’olio dei colli al vino Orvieto Classico DOC, dal tartufo nero alla saporita porchetta, fino all’ottimo pane senza sale. Come un antico passato che ritorna. L’offerta culinaria e vinicola è in generale molto vasta: ce n’è per tutti i gusti e tutte le tasche, ma sempre con attenzione al territorio e alla qualità.
L’ospitalità regna in tutta la zona, permettendo al turista di conciliare vacanza, sport, trekking, borghi, natura, buon cibo e cantine, con riposo ed accoglienza sempre al top, in un ambiente rustico e tradizionale ma mai banale. Vi daremo, a fine articolo, qualche suggerimento per dormire e mangiare bene.
Ma oggi non sono qui per approfondire tutti questi aspetti che, se pur interessantissimi e spettacolari, fanno fortunatamente parte della consolidata vena tradizionale orvietana, oramai conosciuta ai più. Il mio intento è di descrivere con parole e sensazioni mie quello che il forziere orvietano, massiccio e sotterraneo, custodisce da tempo immemorabile: Orvieto underground. La città sotto alla città.
Orvieto e la sua rupe di tufo
La storia geologica di Orvieto è molto interessante. Durante la preistoria, la zona dell’attuale Orvieto era sommersa dalle acque del mare. Nel tempo, e con il ritiro delle acque, si formarono le zone pianeggianti e un apparato vulcanico che, a seguito di continue e disastrose eruzioni, diede origine ad un’enorme roccia di tufo e pozzolana. E’ proprio in cima a questa antica rupe che si erge Orvieto.
Se da un punto di vista strategico questa magnifica posizione poteva essere utile per la difesa e il controllo dei territori circostanti, dall’altro si rivelò essere la causa di un importante problema: la scarsa disponibilità di acqua. L’elemento roccioso non è solo quello visibile all’esterno.
Esso permea anche sottoterra ad ampia profondità e la sua porosità e le fenditure rocciose causavano l’infiltrazione dell’acqua piovana che in parte si perdeva e in parte alimentava fonti difficilmente raggiungibili. Questi eventi portarono le popolazioni che si susseguirono nel tempo, a scavare sistematicamente per intercettare falde acquifere valide e sfruttabili.
I primi a provvedere furono gli abilissimi ingegneri idraulici etruschi, maestri indiscussi in queste operazioni. Successivamente, nel medioevo, fu costruito un acquedotto su uno dei versanti della rupe che però non poteva servire l’altro versante. Si passò quindi alla costruzione di pozzi. E ad Orvieto ce n’è uno particolarmente famoso.
Tutte queste informazioni non le abbiamo ricavate studiando qua e là o spulciando chissà quali trattati. Le abbiamo reperite durante un’incredibile visita guidata che si può effettuare in Orvieto, ovvero nel suo sottosuolo, la quale ci ha permesso di incontrare mistero, storia, tradizione e architettura tutte nello stesso ambiente.
Orvieto underground
Tutto quello che vi abbiamo raccontato fino adesso, può sembrare comune o anche poco interessante per chi vuole visitare un luogo. In realtà, da cosa leggerete di seguito e soprattutto da cosa vedrete attraverso i nostri scatti fotografici, capirete e vi meraviglierete anche voi di ciò di cui vi stiamo parlando.
La storia di Orvieto continua nei secoli successivi al Medioevo. Da quel momento in poi, la città che finalmente ha la possibilità di poter risolvere il suo problema di approvvigionamento idrico, inizia la sua espansione. Ma non solo in superficie come ci si aspetterebbe, ma anche sotto la superficie. Si inizia ad estrarre il tufo per costruire la città. Le cave relative non vengono né abbandonate né lasciate infruttuose, ma riconvertite se così si può dire.
Ed ecco che ogni anfratto inizia ad essere utilizzato come fornace, come cantina, come frantoio, come dispensa, come stalla, e in ogni altro modo reso possibile sia dall’ambiente, che dal microclima che dalla fantasia. Durante la II Guerra Mondiale ad esempio, le gallerie comunicanti e le vie d’uscita venivano utilizzate come rifugio per la popolazione. In altre situazioni servivano da piccionaia, intesa come una serie di stanze con cubicoli ordinati scavati nella roccia per creare nidi di piccioni da allevare sia per il guano fertilizzante che soprattutto come cibo.
Da una planimetria esposta all’ingresso di uno di questi tunnel sotterranei visitabili, si nota come praticamente tutto il sottosuolo di Orvieto sia puntinato di cavità utilizzate nel passato, le quali formano un ricchissimo dedalo di grotte, vie, scale e ambienti che danno vita all’altra città. La città di sotto. Una meraviglia.
Il sottosuolo di Orvieto
Il sottosuolo di Orvieto si può ammirare in diversi modi. Ecco come abbiamo fatto noi.
Siamo partiti con la visita alla prima meraviglia che si insinua nella dura roccia orvietana.
Il pozzo di San Patrizio
Monumento universalmente conosciuto, il pozzo è uno strabiliante esempio di ingegneria creato per raggiungere una falda acquifera profonda sotto la rupe di Orvieto. Nata dal genio dell’architetto militare Antonio da Sangallo il Giovane nel XVI secolo, che giusto per precisazione è stato l’autore della Fortezza da Basso di Firenze e di altre bellezze italiane, l’opera fu commissionata da Papa Clemente VII.
Si rivelò geniale per l’idea di costruire l’ormai famosissima rampa a doppia elica e a doppio senso di marcia, una per salire e una per scendere così che il flusso di animali e uomini per caricare l’acqua fosse continuo e senza impedimenti di incrocio. Profondo più di 50 metri e largo più di 13, fu anche foderato nella sua parete esterna da una muratura per prevenire eventuali frane. Alcuni documenti dell’epoca attestano che il pozzo dopo la sua costruzione era già considerato un’attrazione proprio perché curiosamente bello e all’avanguardia.
Scendendo e risalendo i suoi 496 gradini totali, ci si immerge nella roccia e nel tufo che vengono brillantemente illuminate dalla luce che entra dalla bocca superiore e che filtra dalle finestrature distribuite uniformemente lungo il pozzo. Il suo nome originale è Pozzo della Rocca. Il nome con il quale viene denominato nel Settecento è Purgatorio di San Patrizio, per analogia con la profondissima caverna irlandese nella quale la leggenda narra che San Patrizio si rifugiò per preghiera e dove i fedeli avrebbero visto le porte del Purgatorio.
Il pozzo orvietano e i suoi misteri hanno acquisito nei secoli molti significati simbolici lasciando spazio a leggende e miti.
Quando ci si immerge al suo interno suoni e luci mutano senza quasi accorgersene. Lo spazio e il tempo sembrano alterati e la sensazione è meravigliosa. Molto gradevole anche la temperatura. Noi abbiamo avuto la fortuna di visitarlo senza che ci fossero altri turisti e questo è stato il valore aggiunto.
Lungo la discesa solo rumore lontano di acqua, qualche goccia che con il suo ticchettio scandisce il tempo senza tempo, una magica penombra e in un batter d’occhio il fondo e l’acqua, immersi nel cuore della rocca, con le pareti del pozzo ad incombere silenziose e apparentemente addormentate. Sopra di noi la luce e la lontana frenesia dell’esistenza. Ecco la sua magia oggi.
Il pozzo della Cava
Questo pozzo di origine etrusca, che si trova in quello che prende il nome di Quartiere Medioevale di Orvieto, è costituito da una serie di grotte scavate. Si tratta di una grande cavità nel tufo fatta su commissione di Papa Clemente VII tra il 1527 e il 1530 ampliando un precedente pozzo etrusco. Al suo interno sono stati fatti importantissimi ritrovamenti archeologici etruschi, medioevali e rinascimentali, resi possibili grazie all’impegno e alla disponibilità dei proprietari.
Essendo la rete sotterranea molto ricca, è praticamente normale per la maggior parte delle abitazioni di Orvieto avere nei suoi sotterranei cantine antiche e anfratti particolari. In alcuni di questi, come il pozzo della Cava, i ritrovamenti e le grotte si sono rivelati poi così antichi e di importanza storica, da diventare dei veri e propri musei naturali.
Giusto per rendere l’idea, in questo pozzo si possono osservare: una cantina, una cisterna dell’acqua, i resti di una piccola fornace, l’enorme grotta che costituisce la cava, una necropoli rupestre, un enorme pilastro di fondamenta medievale e una canalizzazione etrusca scavata nel tufo.
Anche se il pozzo è stato reso idoneo e sicuro per una visita tranquilla, non si può fare a meno di immedesimarsi nel luogo e nelle vite di tutte quelle persone che hanno lavorato e vissuto qui sotto. La vita in passato non era certo facile, il lavoro era particolarmente faticoso e pericoloso, le temperature erano rese estreme dal fuoco delle fornaci e chi lavorava e viveva la maggior parte dell’esistenza sotto la roccia non era certo un privilegiato.
Sparsi ed ordinati un po’ ovunque si possono ammirare resti di vita come vasellame, ceramiche, attrezzi e reperti di diverse epoche storiche, alcuni dei quali finemente decorati. All’uscita dal sottosuolo ci si ritrova in un gradevole giardino con pareti di tufo in mezzo al borgo medioevale, molto accogliente e gratificante, ma la sensazione di cosa possa ancora esserci di nascosto e quanta vita sta scorrendo nella città di sotto, ti lascia senza parole.
Il labirinto sotterraneo
A questo punto non resta che visitare veramente le grotte e i cunicoli che perforano le fondamenta di Orvieto. E grazie alla visita denominata “Orvieto Underground” tutto ciò è possibile. Il tortuoso percorso sotterraneo che si percorre da sotto la piazza del Duomo, si sviscera parallelamente alla rupe. L’ambiente non è completamente buio come si pensa, ecco perché lo si può considerare una vera e propria città. Le discese nei suoi meandri, sono accompagnate da finestrature panoramiche alla luce del sole alternate a lunghi e tortuosi giri in cunicoli, scale, passaggi, grotte e paesaggi bui ancora vivi.
Si fa un incredibile viaggio nel tempo tra la cultura, la tradizione, la vita e la storia di Orvieto dai suoi albori ad oggi. Un viaggio attraverso l’etrusca Velzna, la romana Volsinii distrutta e ricostruita sul lago di Bolsena, la rifondata città medioevale di Ourbibentos sulla rupe, e poi ancora la Urbs Vetus fino ad essere la stupenda e inimitabile Orvieto di oggi.
Ho apprezzato moltissimo questa visita tanto da paragonarla ad un fantastico percorso emozionale dove l’essenza e la memoria si possono sentire attraverso la propria pelle e acuendo tutti i sensi a nostra disposizione. Questo tipo di esperienza è una di quelle che considero più gratificanti in assoluto, capace di darmi quelle emozioni e quelle scariche adrenaliniche di cui ho tanto bisogno.
Considerazioni
Orvieto aderisce al progetto Cittàslow, anzi è la sede dove la rete è stata fondata. Ad essa aderiscono quei comuni con meno di 50.000 abitanti, non capoluoghi di provincia, che si propongono di migliorare la qualità della vita sia degli abitanti che dei turisti.
In quest’ottica resta ancora molto da vedere. Ottimo stimolo per tornarci. Non fosse altro che per il lento e appagante girovagare per le sue viuzze, i cunicoli e le piazzette come catapultati in un altro tempo, ad ammirare terrazzini, portali, chiese, edicole e i gatti sornioni che si riposano all’ombra.
Esistono anche altri pozzi e altre cavità private da esplorare e visitare sotto alla città.
Per dare un consiglio agli amici con bambini al seguito o animali da compagnia, vi confermiamo che è possibile farli entrare tranquillamente nei luoghi sotterranei in quanto i percorsi sono facilmente praticabili.
Qui di seguito i vari link ai quali collegarsi per avere le informazioni aggiornate per le visite sotterranee
Io trovo sempre molto intrigante l’idea di visitare i sotterranei delle città. Non pensi che sia paragonabile ad un’avventura fantastica? Tra l’altro dal fondo del Pozzo della Cava non si sente niente dei rumori esterni della città. In quest’epoca dove tutto fa rumore, il silenzio non è ancora più d’oro che mai?