Ad inizio novembre abbiamo ricevuto in regalo un cesto di nespole. Qualcuno potrebbe chiedersi com’è possibile ricevere delle nespole in questa stagione. E la domanda sarebbe pertinente. Infatti le nespole che normalmente si gustano, si trovano a fine primavera, e in questo caso si tratta delle nespole giapponesi, arancioni, ovoidali, succose e sode, quelle che hanno oramai soppiantato quelle comuni.
1 frutto diverso dal solito: le nespole germaniche
Invece per chiarire la natura del dono, le nespole ricevute sono proprio quelle comuni, selvatiche. E non potevano essere un regalo più gradito, in quanto oramai non è più così facile trovarle in giro, e chi possiede le piante non sempre sa come trattarle e come utilizzarne i frutti.
Noi amiamo moltissimo le nespole giapponesi. Ne mangiamo tantissime e per nostra fortuna è molto facile trovarle quando la stagione lo consente. Ma le nespole comuni quelle proprio no. Mia mamma me ne ha sempre parlato e io da bambina credo di averle assaggiate solo un paio di volte.
C’è da dire che questi frutti un tempo erano molto apprezzati e molto diffusi ed erano un’importante scorta di vitamine per l’inverno quando in genere la frutta era meno presente. Oggi sono veramente poco diffuse, un po’ snobbate e non solo: c’è chi non le hai mai assaggiate, compresa la mia famiglia.
Quindi quale migliore occasione per avventurarsi in questo viaggio nel gusto genuino? Le varietà di nespoli danno frutti differenti che vengono comunque chiamati nespole, mentre in Piemonte la varietà comune o selvatica viene chiamata anche puciu.
Le sue caratteristiche
Il nespolo comune o Mespilus germanica, è un arbusto di piccole dimensioni che tempo fa non mancava mai nei cortili e negli orti delle famiglie contadine. La pianta, non particolarmente grande, garantiva alla famiglia i piccoli frutti per l’inverno, non bellissimi alla vista e non molto appetitosi se non dopo la lunga maturazione nelle cantine della casa. Oggi viene considerata come una delle specie di pianta da frutto antiche e selvatiche.
Oggi, a parte le nespole degli alberi ancora presenti nei giardini di campagna o di montagna, i frutti si riescono ad acquistare molto difficilmente e spesso provengono da coltivazioni più selezionate che dovrebbero garantire frutti migliori sia per dimensioni che per gusto, non gradito a tutti.
I frutti
I frutti del nespolo comune sono tondi, di color marrone chiaro e ricoperti da una fittissima e finissima peluria. Assomigliano a piccolissime mele sormontate da una specie di corona e presentano i semi all’interno. Vengono raccolti a fine ottobre, e la loro polpa a questo stadio è particolarmente dura, con un sapore acidissimo e quindi non ancora commestibile.
Necessitano di una lunga maturazione successiva per attivare tutta una serie di processi enzimatici che trasformeranno la consistenza della polpa in morbidissima e di color arancione molto scuro. A questo punto il sapore diventa più dolciastro ma con un retrogusto ancora acidulo. Come da tradizione, la maturazione dovrebbe avvenire in luogo fresco e buio, in mezzo alla paglia, in cassette di legno.
Le nespole germaniche nella tradizione piemontese
In piemontese si chiamano puciu, piante antiche da sempre presenti nelle campagne piemontesi. I ricordi dei nostri nonni ci raccontano di autunni passati, duranti i quali in famiglia o tra amici ci si avventurava alla ricerca delle nespole selvatiche nei boschi e nelle campagne. Si raccoglievano i frutti più maturi e si mangiavano in compagnia. Bei tempi, e all’epoca questo gioco poteva protrarsi per molto tempo, essendo le nespole molto resistenti e molto tardive.
Le madri e le nonne di famiglia utilizzavano il decotto di nespole non mature come diuretico e contro la diarrea, e secondo mia madre sua nonna lo utilizzava anche contro la febbre. Nel Medioevo i frutti venivano utilizzati nelle preparazioni erboristiche e come astringenti. Oggi si sa che inoltre il frutto maturo ha un forte effetto lassativo e data la sua quantità di vitamine e sali minerali, è ottimo come reintegratore dopo intense attività. Inoltre è ipocalorico e ben digeribile. Quindi caccia aperta alla nespola selvatica.
Il termine puciu
Inoltre per noi piemontesi il temine puciu ha anche un’importanza linguistica, possiede altri significati, come ad esempio:
- ste da puciu, ovvero stare benissimo in completa soddisfazione
- puciu, ovvero lo chignon in testa o qualunque cosa che sia piccola e arrotondata
- che puciunin, parlando di qualcuno particolarmente grazioso
e queste espressioni nella parlata dialettale comune si usano veramente tanto.
L’utilizzo in cucina
I modi per gustare questi frutti sono essenzialmente: come frutti appena maturati oppure in confettura.
Per gustarli come frutta, è tradizione schiacciarli facendo fuoriuscire la polpa e mangiarli direttamente prestando attenzione ai semi interni, che comunque sono abbastanza grossi ma durissimi.
La confettura
Per la confettura invece è necessario avere parecchi chili di frutto in quanto lo scarto tra semi e pelle è piuttosto grande. Io l’ho fatta con 1 kg di frutta e 500 grammi di zucchero, in quanto a me la confettura piace abbastanza dolce. Dopo la bollitura si mette ancora nei barattoli, si girano sottosopra e si lasciano raffreddare così fino a che si crea il sottovuoto. La sua consistenza è particolarmente cremosa e il gusto molto insolito: un mix particolare di dolcezza e acidità.
Questa confettura è particolarmente adatta quando uno ha voglia di qualcosa di buono perché la sua cremosità è molto confortante. Perfetta anche per creare delle crostate un po’ particolari magari fatte con la farina di mais o integrale. Altra idea ad esempio è utilizzarla per confezionare dei biscotti ripieni. Ma il suo contributo può essere particolare anche nel campo del salato: la sua consistenza e il gusto acidulo si accompagnano proprio bene ai taglieri di formaggi dal sapore bello deciso o alla selvaggina.
Consigli
Provate a cercare questi simpatici frutti nei mercatini tipici e presso i produttori agricoli. Non credo che sarà un’impresa facile, ma foste fortunati potreste farvi un’idea del loro gusto.
E se poi fate parte di quelle persone che posseggono la pianta e non sanno che farsene dei frutti, provate invece a raccoglierli, a farli maturare e ad assaggiarli.
Il consiglio personale che vi do, è proprio armarsi di pazienza e fare la confettura perché è così che danno il loro meglio.
Oppure usare la fantasia per trovare altri modi per utilizzarli in cucina. E non dimenticate di dare uno sguardo ai 10 migliori piatti della cucina piemontese da copiare e gustare per scoprire il gusto autentico della regione.