Mercatini di Natale

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Che ci piaccia ammetterlo o no, in fondo in fondo tutti amiamo i mercatini di Natale. Sì è vero che per molti sono un tormentone, ma la realtà dei fatti è che essi ci accompagnano durante il lungo cammino invernale che da fine novembre ci conduce all’Epifania e al nuovo anno.

Mercatini di Natale 2020

E, nonostante alla fine siano delle manifestazioni di tipo commerciale e consumistico che forse poco centrano con la Natività, l’atmosfera che creano ci fa brillare gli occhi un po’ come quando eravamo bambini.

Questo 2020 è un anno particolare. Ci ha colti impreparati di fronte ad una gravosa sfida che appare difficile da vincere in tempi brevi. E’ una prova che ci sta mettendo dinnanzi alle nostre debolezze, alle nostre paure, ai nostri limiti e sta causando momenti di profondo sconforto e tristezza. E questa nostra nuova realtà ha drasticamente cambiato, cambia e cambierà ancora le nostre abitudini ed in generale la nostra vita.

Non è certo questa la sede idonea per fare delle riflessioni profonde sull’impatto che la pandemia sta avendo sulle nostre vite né tantomeno io ne ho la presunzione. In questo spazio-bolla del blog vorrei invece provare a ricreare per voi un po’ della magia incantata e suggestiva dei villaggi natalizi, delle bancarelle tradizionali e dei profumi che si possono sentire in un mercatino, nell’attesa che ognuno possa riviverla in tutta sicurezza ed autonomia in un prossimo futuro.

Magari anche per chi non li ama proprio. Voglio raccontarvi dei mercatini così come io e tanti di voi li abbiamo visti, con ricordi e fotografie. E mi piacerebbe che anche solo uno di voi, leggendo il mio articolo, si sentisse un po’ più sereno.

Un po’ di nostalgia

Io adoro i mercatini di Natale. Cosa vi devo dire: girare tra le bancarelle tradizionali delle più belle città d’Europa mi ha sempre fatto stare bene. Le luci scintillanti, i profumi delle spezie, le decorazioni per l’albero, gli spettacoli sono un toccasana per il mio spirito. Mi sento veramente come quando ero bambina.

Ricordo molto bene le emozioni che provavo quando con mia mamma facevamo il Presepe l’albero prima di Natale. A me sembrava grandissimo, anche se non lo era mica poi tanto, e le ore che trascorrevo sdraiata sotto di esso nel buio della mia cameretta illuminata dalle lucine a forma di pigna che possiedo ancora, mi faceva sognare e brillare gli occhi.

Un po’ di storia

Mi vergogno un po’ a confessare che non mi sono mai fatta troppe domande sull’origine dei mercatini di Natale. Ma quest’anno, complice Luca, abbiamo fatto qualche piccola ricerca e abbiamo scoperto che sono antichissimi. Quello di Dresda in Germania del 1434 è il primo documentato al mondo, e prende il nome di Striezelmarkt.

La tradizione del markt in questa città, è molto forte, si è tramandata costantemente tanto che quest’anno sarebbe la sua 586esima edizione. Lo svolgimento della manifestazione, che riveste anche una grande importanza economica, è ancora in studio in quanto condizionato dalla pandemia, ma il grande albero al centro della piazza principale di Dresda, l’Altmarkt che accoglierebbe il mercato, è già stato comunque installato.

Altri luoghi

Altri noti luoghi che hanno da sempre ospitato questa tradizione oltre alla Germania, sono anche la Francia, l’Austria e più recentemente un po’ tutta l’Europa.

Fermo restando che penso siano tutti bellissimi, al momento quelli che io trovo più suggestivi e meglio organizzati, si trovano o nelle grandi città o nelle zone dell’arco alpino. Parere molto personale.

La magia dei mercatini

Nelle lunghe settimane che precedono il Natale, i cuori delle città diventano luoghi da favola. Le piazze e le vie più caratteristiche si arricchiscono di piccole e meravigliose casette di legno che espongono addobbi spesso artigianali, dolci, punch, abbigliamento caldo e coccoloso, rami, foglie e composizioni naturali che sprigionano profumi di arancio, cannella, pino, verbena.

Spazi particolari vengono allestiti per far sognare i bambini e giganteschi pini vengono eretti ed addobbati come luminose superstar.

Presepi

Presepi e singole natività vengono esposte allo sguardo. Molto spesso sono stupende opere d’arte di maestri artigiani ma soprattutto sono lì per ricordarci il significato cattolico del Natale. Giostre antiche o più moderne, teatrini, cori in abiti tradizionali e casette che vendono allo scopo di devolvere il ricavato ad organizzazioni di beneficenza e progetti sociali. Tutto è lì per donare gioia e speranza a qualcuno.

Non tutti amano i mercatini di Natale

Per tutti coloro che invece li odiano questi mercatini, bhè è difficile fornire loro una motivazione valida per provare nel futuro almeno a tollerarli. Chi ha la sensazione di trovarsi in mezzo a cianfrusaglie, cineserie, confusione, freddo e noia sicuramente cercherà direttamente di evitarli, e posso capirlo. Tra l’altro obbligare qualcuno a fare una cosa indesiderata può rovinare anche i nostri di piani. Quindi o si arriva ad un pacifico compromesso o è meglio andarci da soli o con chi condivide il piacere.

Il compromesso

Alla fine dei conti chi li ama e chi li odia, questi mercatini sono pur sempre un’espressione sociale del Natale.

Magari il compromesso può essere immaginare questi eventi come “fiere e sagre” natalizie dove poter assaggiare cibi davvero deliziosi e bere bevande tradizionali e punch a volte anche piuttosto stordenti ma molto confortanti, e fare festa con gli altri.

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