Cosa fare a Finale Ligure in 6 giorni: territorio, buon cibo e relax

Sommario

Relax tra gli ulivi. Gustare cibi genuini. Immergersi nella storia. Perdersi tra i borghi caratteristici. Ecco cosa fare a Finale Ligure.

Cosa fare a Finale Ligure: preparazione del viaggio

Interamente dedicati alla preparazione dei bagagli, i primi momenti di organizzazione del viaggio sono stati, per me, all’insegna del dubbio. Nel senso che, accantonata momentaneamente la gioia di poter finalmente stare via qualche giorno assieme senza le ansie della normale routine, mi sono trovata a fare i conti con il dover scegliere se portare solo abbigliamento sportivo o solo da relax o anche qualcosa di più idoneo ad una vita un po’ più mondana.

Fatto sta che dal solito borsone che mi preparo per qualche giorno di vacanza sono partita con la valigia che utilizzo nei viaggi più impegnativi per essere pronta a qualunque necessità. E naturalmente costume sì, perché io in acqua ci voglio andare e fare ovviamente dei bei bagni, mica solo escursioni.

Il fatto che pratichiamo lo slow travel non significa che ci perdiamo esperienze, anzi, ne facciamo di più ma con una consapevolezza diversa. Puoi approfondire le caratteristiche di questo approccio a questo link.

Giorno 1: viaggio, arrivo a destinazione e primo approccio con il territorio

Da Susa a Finale Ligure il viaggio non è particolarmente lungo o impegnativo. Ci sono circa 210 km da percorrere quasi totalmente in autostrada Susa/Torino e Torino Savona per un totale di circa 2 ore e mezza, salvo ritardi per code varie o per i sempre presenti lavori in corso. All’arrivo in Liguria abbiamo trovato bel tempo e una temperatura molto gradevole che ci ha fatto ben sperare anche per i giorni seguenti.

Ci siamo sistemati nella nostra casa vacanze trovata su internet solo dopo aver consultato milioni di siti che purtroppo consigliano sempre i soliti posti. A noi piacciono i posti particolari, un po’ di nicchia, quindi la ricerca è sempre molto meticolosa e travagliata fino a quando, quasi sempre per caso, ci imbattiamo nel posto giusto per noi.

La casa si trova nella frazione Varigotti dell’entroterra finalese, nell’altopiano delle Manie, zona pazzesca e a picco sul mare, caratteristica molto gradita che ci ha permesso di prepararci più di una cena a lume delle candele direttamente sul nostro terrazzo guardando il mare calmissimo.

Quello che è stato il nostro paradisiaco rifugio è un complesso di case ricavate da un’antica borgata ristrutturata stupendamente e perfettamente inserita nel contesto naturale circostante. Arrivarci è un po’ poco agevole considerata la posizione e la strada sterrata da percorrere, ma una volta giunti a destinazione l’impegno è strapagato.

Ci si trova immersi nel bosco, tra gli ulivi, il cielo, la roccia e il mare. Questo luogo privilegiato già da solo vale la visita di questa zona ancora selvaggia. Dalle finestre e dal giardino si possono ammirare una natura stupenda ed un panorama a perdita d’occhio sul mar ligure e su Varigotti. Perfetto per chi ama natura, silenzio, sole e posti speciali.

L’altopiano delle Manie è una zona molto selvaggia. La sua conformazione prevalentemente rocciosa è la sede naturale di grotte molto suggestive, anticamente abitate e tutte raggiungibili. La più grande di queste è la grotta dell’Arma delle Manie.

Raggiungibile tranquillamente anche in auto, la grotta è una grandissima caverna che veniva utilizzata già nel Paleolitico, e da quel momento sempre utilizzata fino ai giorni nostri come deposito e riparo per attrezzature varie per l’agricoltura e la produzione di olio. E’ ancora oggi sede di scavi archeologici e in essa si sono ritrovati reperti importantissimi a testimonianza del suo lunghissimo passato, tutti conservati nel Museo Archeologico del Finale.

Quando si arriva al suo cospetto, si resta ammutoliti dalla vastità naturale del suo antro. I suoni e gli odori al suo interno sono particolari. Si alza lo sguardo e da un’apertura si può ammirare il cielo. I resti delle attività umane sono ovunque si giri lo sguardo, e questo regala la possibilità di immedesimarsi nei tempi e nelle vite delle persone che da qui sono passate attraverso i secoli, il tempo e la storia. Sarà il mare, sarà la grotta, sarà il panorama, ma cenare questa prima sera è stato un momento stupendo e un’emozione che da mesi oramai non provavamo più. 

Giorno 2: Noli

Nonostante le previsioni del tempo non particolarmente ottimistiche, al mattino il tempo si è trasformato in bellissimo, con un clima mite e un bel sole. Dopo una gustosa colazione ci siamo recati in spiaggia a Noli, considerato uno dei borghi più interessanti di queste zone.

Grazie alla sua posizione e a Capo Noli che la riparano dai venti, Noli invita alla tradizionale vacanza da spiaggia, e il bellissimo mare che bagna le sue coste, insignito della bandiera blu anche in questo 2021, invita a fare immersioni, vela, windsurf, canoa e tutti gli altri sport acquatici. E naturalmente abbiamo fatto il bagno quando ancora non c’era gente in acqua. Sarà che l’acqua è più fredda ma vuoi mettere: il mare è tutto tuo.

All’interno delle vie di Noli, invece, si possono ammirare alcuni interessanti palazzi signorili e medievali così come le sue torri e la cinta muraria che la caratterizzano in tutto e per tutto. Apprezzabile è il castello dei marchesi del Carretto. E poi ancora chiese, resti di palazzi antichi, ponti e vie pedonali da percorrere senza fretta.

Una bella passeggiata sul lungomare, un gelato e un buon cocktail sorseggiato guardando la spiaggia, fanno da contorno ad un luogo suggestivo, tutto da vivere e da esplorare. Verso l’entroterra, ci si trova in zone più selvagge e più rocciose, ideali per trekking tra gli ulivi, le vigne, i boschi e le grotte preistoriche. Come regalo per questa giornata abbiamo comprato direttamente in pescheria delle ottime acciughe freschissime per cucinarle fritte e ripiene come da manuale di zona.

Giorno 3: Finalborgo

Di buon mattino e dopo un sonno tranquillo nel nostro bosco e tra gli ulivi che oramai consideriamo già un po’ di famiglia, ci siamo recati a Finalborgo, altro bellissimo luogo facente parte dei Borghi più Belli d’Italia. Incastonato tra l’entroterra e il mare, è un prezioso scrigno di mura medievali e torri molto ben conservate.

Entrando a Finalborgo da una delle Porte, ci si sente proprio come all’interno delle mura di un castello e ci si può perdere negli stretti vicoli e nelle piccole piazze gremite di vita, affascinati da scorci fantastici, botteghe artigiane, locali particolari e di tendenza, chiese e portoni antichi. Il borgo è stato a lungo la capitale del Marchesato di Finale. Direttamente dal passato, si possono ammirare molti Palazzi del ‘400 modificatisi nel tempo ma sempre molto suggestivi, tra i quali il Palazzo del Comune e il Palazzo del Tribunale, più facili da individuare. Da segnalare il Museo Archeologico e il teatro Aycardi.

Sul borgo troneggia il Forte di San Giovanni raggiungibile tramite una gradevole passeggiata in salita e su un sentiero ciottolato non comodo per tutti. Il Forte fa parte del Museo Diffuso del Finale. Dall’alto di questo sito la vista su Finalborgo e sul mare è meravigliosa. La visita al Forte è facilitata da pannelli descrittivi che aiutano il visitatore ad orientarsi e a scoprire i segreti di questa costruzione e la sua funzione.

Lo stesso vale per la visita del borgo, facilitata delle spiegazioni e dalla possibilità di scaricare informazioni tramite l’app direttamente sul proprio cellulare. Dal forte è possibile proseguire per fare diverse escursioni sia più tecniche che meno impegnative quindi adatte a tutti. La vita a Finalborgo è molto attiva in questa stagione. Tanti turisti soprattutto stranieri, tanti ciclisti, tanti giovani, localini caratteristici e ottimi cocktails da provare.

Giorno 4: passeggiata ad anello da Finalborgo a Perti e ritorno

La scelta è stata dettata dalla visita al forte di ieri. Abbiamo quindi deciso di ampliare la visita di questa parte di entroterra percorrendo il giro ad anello che da Finalborgo porta appunto al Forte di San Giovanni per proseguire poi verso Perti e discesa dall’altro lato della valle.

Siamo ripartiti dai piedi di Finalborgo e seguendo la segnaletici abbiamo ripreso la salita per il Forte di San Giovanni. Giunti al forte abbiamo proseguito fino alla deviazione per un sentiero un po’ scosceso tra rocce e macchia mediterranea che conduce al Castel Gavone, fortificazione eretta da Enrico II verso il 1188 con la fondazione di Finalborgo, allo scopo di difendere e controllare il territorio e le zone circostanti e come sua residenza.

Il castello, il cui restauro è iniziato nel 2007, non è purtroppo accessibile liberamente ma solo tramite visite guidate da concordare con l’Associazione Centro Storico del Finale, associazione culturale che con il suo lavoro salvaguarda il patrimonio storico e culturale della zona. Ma la piccola deviazione dal percorso vale la pena di essere fatta anche solo per ammirarlo da fuori, per immergersi nella storia e per godere di un panorama bellissimo.

Ritornando sul sentiero originario, si prosegue per strada Beretta che, attraverso uliveti e coltivazioni varie, conduce verso l’abitato di Perti, un’interessante abitato di origine romane. Su di esso svetta la chiesa di Sant’Eusebio, una delle più antiche del finale. Ad oggi appare modificata più volte, ma resta pur sempre un bellissimo edificio con un campanile a vela che presenta elementi sia in stile gotico che più contemporaneo.

Possiede una cripta visitabile solo su prenotazione che dalle notizie che abbiamo ricavato, è antichissima. A fianco della chiesa è stata scoperta, negli anni 50 del secolo scorso, una necropoli romana che ha portato alla luce oggetti ed iscrizioni funerarie conservati nel Museo Archeologico del Finale.

Proseguendo sulla strada comunale, e seguendo l’indicazione, si arriva alla Cappella di Nostra Signora di Loreto. L’edificio, datato come di poco antecedente al 1500, è molto visibile in quanto in esso spiccano i mattoni rossi, purtroppo però sembra essere abbandonato a sé stesso in mezzo alla natura che avanza indisturbata.

Peccato, considerato che costituisce uno dei rari esempi liguri di costruzioni rinascimentali con influenze gotiche. Molto suggestiva, posizionata tra ulivi e piante secolari, è conosciuta come la Chiesa dei cinque Campanili. Anche da qui il panorama su Finalborgo e Finalmarina è estremamente suggestivo.

Proseguendo per il sentiero segnalato siamo poi scesi verso il basso, abbiamo attraversato una zona ricca di coltivazioni e agriturismi per congiungerci poi con la strada carrozzabile che costeggia il torrente Aquila e ritorno a Finalborgo tramite un tratto della Via Romana.

Per fare la passeggiata partendo da Finalborgo, non si incontra nessuna difficoltà organizzativa in quanto il sentiero passa per il Forte e quindi è molto ben segnalato. Abbiamo volutamente lasciato alcuni punti da raggiungere per un successivo ritorno, e scelto di passare in piccoli centri abitati non troppo comuni proprio per osservare il territorio in tutta la sua naturalezza e senza lasciarci condizionare troppo dai percorsi oramai stra-consigliati e battuti da tutti.

Per tutto il percorso ci sono comunque indicazioni sulle strade e sui sentieri da percorrere. Il giro che abbiamo fatto noi è sia su sentieri ciottolati che su strade carrozzabili. Io l’ho percorso interamente con le sneakers, anche se le calzature da trekking leggero sarebbero consigliabili. Non dimenticare acqua e cibo, così da prevedere anche la sosta rifocillamento.

Giorno 5: i ponti romani

L’avventura del quinto giorno in questo incantevole territorio è l’itinerario che attraversa la Val Ponci alla ricerca dei ponti romani. Questa piccola valle, ai più forse sconosciuta, in realtà custodisce nel suo cuore proprio una piccola parte dell’antichissima via Iulia Augusta realizzata nel 13-12 a.C. dall’imperatore romano Augusto per assicurare i collegamenti con la Gallia.

Lasciata la macchina a Verzi, con una gradevolissima passeggiata nei boschi intervallati da zone coltivate a vitigni e frutta, si attraversano secoli di storia. I 5 monumentali ponti che si incontrano sono molto suggestivi anche se non tutti conservati, così come la zona delle cave di pietra del Finale che hanno fornito le rocce per costruire quasi tutti i ponti romani della valle.

Cartelli descrittivi ne raccontano caratteristiche e storia così da trasformare un semplice percorso in una vera e propria sessione di storia antica. Il percorso in alcuni tratti è più impegnativo ma percorribile abbastanza bene da tutti coloro che abbiano un minimo di allenamento. E’ anche frequentato dagli amanti del trekking in MTB. Arrivati sulla sommità del sentiero abbiamo fatto il nostro pic-nic giornaliero di fronte alla Cappella di San Giacomo a Magnone. Ritorno per la stessa via.

Giorno 6: i borghi arroccati

Ultimo giorno, prima della partenza, deviazione per i borghi arroccati sopra Finale e Noli: Feglino, Orco Feglino, Boragni e Vezzi Portio.

I primi tre costituiscono tutti il comune di Orco Feglino e sono inseriti in un contesto ambientale composto da vigneti di Lumassina e Barbarossa e frutteti fantastici. Feglino si trova nei pressi del torrente Aquila ed è un borgo tipicamente ligure e mediterraneo. Orco si trova più a monte ed è uno degli agglomerati urbani più antichi della zona di Finale e possiede ancora la sua struttura di sviluppo medioevale.

La sua posizione dominante sulla valle sottostante ha fatto sì che in antichità avesse funzioni difensive. Boragni è un antico borgo fortificato circondato da una natura molto generosa che lo rendono perfetto per gli amanti degli sport di roccia per le arrampicate e per gli escursionisti che possono percorrere i numerosi sentieri verso grotte e boschi incontaminati.

Vezzi Portio, anch’esso nato dall’unione dei due borghi omonimi circondati da natura splendida: anche in questa zona si possono ammirare vigneti terrazzati, altipiani ricchi di lavanda, ginepro e rosmarino e il panorama su Noli, Spotorno e il mare. Da qui partono sentieri escursionistici interessanti tra cui quello che scende direttamente a Capo Noli. Per gli amanti del buon cibo qui si producono degli ottimi formaggi di capra tipici.

6 giorni da sogno

Insomma: 6 giorni volati letteralmente, ma allo stesso tempo così intensi da lasciarci pieni di emozioni. I nostri consigli sono semplici, in quanto Finale Ligure e i suoi dintorni sono considerati la capitale ligure dell’outdoor, quindi cose da fare ce ne sono tantissime, per tutti i gusti, per tutte le tasche e per tutte le capacità.

L’altopiano delle Manie è senza dubbio un’incantevole terrazza sul mare e allo stesso tempo uno scrigno di reti sentieristiche per tutti i gusti. Dal ciclista, al camminatore, dall’amante della tintarella al buongustaio, dal purista del relax all’incontenibile tutto movimento: qui tutti trovano il luogo ideale dove fare vacanza.

L’offerta ricettiva è varia, quella enogastronomica anche. Si può decidere di gustare le prelibatezze di mare magari direttamente con i “piedi nell’acqua” ma anche provare tutto quello che entroterra, agriturismi, trattorie, e locali vari propongono.

Il mare in Liguria è bellissimo e pulito. Quindi da non perdere. Con il bagno mattutino solitario, un po’ fresco ed energizzante, è un po’ come essere nel nostro paradiso personale: esperienza che una volta fatta diventa una piacevole abitudine. Ovviamente per chi preferisce la tranquillità di una spiaggia vuota.

Nelle buie notti trascorse nelle Manie siamo stati sempre circondati da miriadi di lucciole grandissime e luminosissime: ci è sembrato di stare in mezzo ad un racconto fantasy a contatto con le piccole fate luminose dei boschi. Cosa che da moltissimi anni non ci capitava più, come anche la vista di pesci diversi in mare vicino alla riva anche di dimensioni più grandi. La natura sembra essere più rigogliosa che mai.

Suggerimenti per un soggiorno rigenerante

Ecco i nostri suggerimenti per il soggiorno e il buon cibo. Questa volta abbiamo deciso di gustare molto cibo dell’entroterra concedendoci però anche qualche piatto di pesce!

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